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giovedì 31 maggio 2012

Scienza, futuro e specchietti retrovisori

Qualunque informazione sul futuro non può che essere il risultato dell'elaborazione dell'esperienza passata, per un semplice motivo, il tempo che viviamo in ogni istante è presente e passato, mai futuro. Il futuro lo possiamo solo concepire. Il futuro è il non vissuto, per definizione.

L'inferenza sul futuro dal passato vale nell'esperienza quotidiana come nel discorso scientifico. Tuttavia la scienza dovrebbe essere molto cauta sulla forza di questo ragionamento. Il mio professore di zoologia, fine pensatore, era solito usare una metafora per mettere in guardia sulla forza predittiva di alcuni ambiti della scienza. Diceva che non ci sono alternative all'inferenza sul futuro dal passato ma questo è come guidare l'automobile guardando lo specchietto retrovisore, nessuno lo farebbe mai.
Il terremoto in Emilia mi ha fatto tornare in mente questo aneddoto perché questo terremoto ha un carico di "inatteso" che lo distingue da altri eventi sismici in Italia. L'ultimo terremoto nella zona risale al 1570 (qualche minuto fa per la geologia!) e per questo motivo la zona è stata classificata a rischio sismico basso o nullo. Del resto le mappe sismiche sono realizzate in base alla frequenza e all'intensità dei terremoti registrati nella storia, né può essere altrimenti, sebbene sia utile considerare che i fenomeni accadevano anche prima delle nostre registrazioni.
Mi è parso di ravvisare un certo imbarazzo nei sismologi che sono stati intervistati in questi giorni e lo sconcerto per il dramma in sé si è accompagnato al disorientamento per un ordine di imprevedibilità che supera quello atteso e conosciuto. I terremoti sono imprevedibili, ciarlatani a parte, ma le zone in cui avvengono sono note o si da per scontato che lo siano. Nel caso del terremoto in Emilia si dava per scontato che la zona fosse esente da rischio sismico.
Abbiamo guidato l'automobile guardando nello specchietto retrovisore e l'abbiamo guidata senza cinture di sicurezza e senza airbag. Fino a quando continueremo a farlo?

Strano animale l’uomo. Quando la storia (passato) dice che non deve fare lui spesso ignora l’insegnamento, quando dice che deve fare lui spesso ignora l’insegnamento, quando invece la storia (il passato) tace per un po’ di tempo o non fornisce alcuna indicazione l’uomo si convince che l’insegnamento sia che può o addirittura deve fare! Questa asimmetria ci ucciderà tutti.

martedì 29 maggio 2012

Nota di servizio

Roma, 02 Giugno - Manifestazione nazionale "La Repubblica siamo noi"

Bandiera_colosseoRoma, sabato 2 Giugno 2012
Ore 15.00 P.zza della Repubblica

LA REPUBBLICA SIAMO NOI

Manifestazione nazionale

Per l'attuazione del risultato referendario, per la riappropriazione sociale e la tutela dell'acqua e dei beni comuni, per la pace, i diritti e la democrazia, per un'alternativa alle politiche d'austerità del Governo e dell'Europa

Ad un anno
dalla straordinaria vittoria referendaria, costruita da una partecipazione sociale senza precedenti, il Governo Monti e i poteri forti si ostinano a non riconoscerne i risultati e preparano nuove normative per consegnare definitivamente la gestione dell’acqua agli interessi dei privati, in particolare costruendo un nuovo sistema tariffario che continua a garantire i profitti ai gestori.
Non solo. Da una parte BCE, poteri forti finanziari e Governo utilizzano la crisi economico-finanziaria per rendere definitive le politiche liberiste di privatizzazione dei beni comuni e dei servizi pubblici, di smantellamento dei diritti del lavoro, del welfare e dell'istruzione, di precarizzazione dell’intera vita delle persone. Dall'altra le politiche d'austerità ridimensionano il ruolo dell'intervento pubblico per poi alimentare l'idea che la crescita sia possibile solo attraverso investimenti privati, che in realtà si appropriano dei servizi e devastano il territorio.
E' in atto il tentativo di imporre definitivamente il dominio delle "esigenze dei mercati" sulla democrazia, ovvero il diritto di tutte e di tutti a decidere collettivamente sul proprio presente e futuro.
Il 2 giugno è da sempre la festa della Repubblica, ovvero della res publica, di ciò che a tutte e tutti appartiene. Una festa ormai da anni espropriata alle donne e agli uomini di questo Paese e trasformata in parata militare, come se quella fosse l’unica funzione rimasta ad un “pubblico”, che si vuole progressivamente consegnare agli interessi dei grandi gruppi bancari e dei mercati finanziari.

Ma la Repubblica siamo noi.

Le donne e gli uomini che nella propria quotidianità ed in ogni territorio lottano per la riappropriazione sociale e la tutela dell’acqua e dei beni comuni, per un welfare universale e servizi pubblici di qualità, per la dignità del lavoro e la fine della precarietà, per il diritto alla salute e all’abitare, per l’istruzione, la formazione e la conoscenza, per la trasformazione ecologica della produzione, a partire dal Forum Alternativo dei Popoli di Rio+20, per politiche di pace e cooperazione.
Le donne e gli uomini che, come nel resto d'Europa, pensano che i beni comuni siano fondamento di un nuovo modello produttivo e sociale.
Le donne e gli uomini che dentro la propria esperienza individuale e collettiva rivendicano una nuova democrazia partecipativa, dentro la quale tutte e tutti possano contribuire direttamente a costruire un diverso futuro per la presente e le future generazioni.
Crediamo sia giunto il momento in cui siano queste donne e questi uomini a riempire la piazza del 2 giugno.
Con la determinazione di chi vuole invertire la rotta.
Con la consapevolezza di chi sa che il futuro è solo nelle nostre mani.

sabato 26 maggio 2012

Parte la ricostruzione

Dopo il terremoto in Emilia parte la macchina della ricostruzione - speriamo non sia come a L'Aquila! - però, mi raccomando, questa è l'ultima volta che lo Stato interviene per le ricostruzioni. Italiani, ormai siete grandi, dovete imparare a vedervela da soli, non potete ricorrere sempre allo Stato perciò fatevi una bella assicurazione per calamità naturali. Naturalmente è un invito ma nel mondo moderno bisogna essere previdenti e le persone previdenti si fanno un'assicurazione per tutto, un'assicurazione sulla vita, un'assicurazione sanitaria, un'assicurazione sulla caduta dei capelli e dei governi. Fatevi un'assicurazione contro le calamità naturali che poi se vi crolla la casa l'assicurazione viene a controllare e dopo aver rapidamente stabilito il nesso causale tra la calamità naturale e crollo della casa vi risarcisce tutti i danni e voi siete contenti. Perché le assicurazioni non mancano mai di onorare i loro impegni. Le assicurazioni sono private, quindi efficienti, per definizione.

Discorso assurdo vero? No, neanche un po'. Oppure, assurdo ma è quanto prevede il Decreto Legge 15 maggio 2012, n. 59 “Disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 113 del 16 maggio scorso.
Appena dopo la pubblicazione del decreto, passato in sordina sulla gran parte dei giornali, Francesco Zaffuto ne ha parlato in un post ed è ritornato sull'argomento anche oggi, vi invito a leggere i suoi post. Io non ho altro da aggiungere alle sue considerazioni.

venerdì 25 maggio 2012

Come è andata a finire?

Facendo pulizia sul pc sono incappato in questa vignetta di ellekappa. Ma poi come è andata a finire quella faccenda della commissione d'inchiesta voluta da Alemanno per la nevicata di febbraio, ve la ricordate?


Mi sa che poi non se ne è fatto niente, vero? Non so com'è ma lo sospettavo che si trattava di una starnazzata tanto per fare un po' di polvere!

mercoledì 23 maggio 2012

Refuso o lapsus?

Dal sito la Repubblica.it


Obblighi penali e doveri morali

Conferenza Episcopale Italiana - Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti dei minori da parte dei chierici.
Da pagina 8 delle linee guida: "Nell’ordinamento italiano il Vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l’obbligo giuridico di denunciare all’autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti oggetto delle presenti Linee guida."

Da Wikipedia alla voce Denuncia:
"...l'obbligo di denuncia vige anche nei confronti del cittadino in tre ipotesi:
- chi, ai sensi dell'art. 364 del codice penale "... avendo avuto notizia di un delitto contro la personalità dello Stato, per il quale la legge stabilisce l'ergastolo, non ne fa immediatamente denuncia all'Autorità indicata nell'art. 361, è punito..."
- chi venga a conoscenza di fatti e circostanze riguardanti il sequestro di persona, anche solo tentato, ai sensi dell'art 630 del Codice Penale e dell'art. 3 del decreto-legge n. 8 del 15 gennaio 1991
- chi venga a conoscenza di detenzione di armi o di esplosivi da parte di persone che non possiedono l'autorizzazione della questura del luogo in cui le armi sono tenute.
"

Per quanto riguarda gli obblighi penali il vescovo non ha obbligo di denuncia e per quanto riguarda gli obblighi morali?
Mi risulta che la CEI non perda occasione di spacciarsi per una delle agenzie morali più accreditate!

lunedì 21 maggio 2012

Storia recente e paranoia

In questi giorni, dopo i fatti terribili di Brindisi, ho letto molti articoli, post, interventi. La gran parte delle cose che ho letto si dividono tra tesi complottiste ai limiti della paranoia e i più melensi inviti al silenzio e al raccoglimento.
Poiché ho sempre assegnato alle domande un primato filosofico sulle risposte preferisco le domande alle asserzioni infondate e ai richiami censori di quanti mostrano una particolare dedizione al silenzio più per scarsa padronanza del pensiero e della parola che per disposizione morale.

Quando sarà possibile in questo paese pensare che un fatto tremendo come quello di Brindisi sia solo il gesto di un folle? Questo naturalmente non ridurrebbe l’efferatezza della tragedia ma le implicazioni politiche e sociali sarebbero decisamente meno devastanti. Quando sarà ragionevolmente possibile in questo paese escludere per palese infondatezza le più pindariche ricostruzioni di stragismo e relegare queste spiegazioni alla psichiatria?
Questo è un paese la cui storia recente è disseminata di stragi pilotate e depistate, di bombe alle stazioni, sui treni, nelle banche, di vittime ignare e di giudici che saltano in aria, di fatti sanguinosi restati impuniti, fatti che sembrano scattare come un meccanismo ad orologeria ogni volta che si profila all'orizzonte una dissoluzione degli apparati dello Stato, sia ad opera di opposte fazioni politiche, come negli anni settanta, sia per l’azione investigativa di giudici come Falcone e Borsellino negli anni novanta, sia per una crisi economica devastante come quella dei nostri giorni.
Le stragi del passato “dovevano” avere come effetto finale proprio la ricompattazione del tessuto sociale in fibrillazione intorno ad un comune obiettivo, intorno ad un comune nemico. Quale modo migliore per soffocare il dissenso? Calcoli, si trattava di calcoli, in alcuni casi si trattava di soffocare un conflitto, in altri di prevenire un compromesso indesiderato, in altri casi bisognava fermare indagini pericolose. Le vittime erano il prezzo a breve termine per ristabilire un ordine a lungo termine che altrimenti si sarebbe incrinato. Vittime che ad oggi non hanno visto un briciolo di giustizia, anzi spesso i parenti delle vittime sono stati addirittura chiamati a sostenere le spese giudiziarie. Giustizia non è stata fatta perché giustizia non doveva essere fatta, non per malfunzionamento della giustizia. Allora mi chiedo, a fronte di questa storia tremenda come si possono considerare le tesi complottiste che solitamente non mi piacciono e che si diffondono per spiegare un atto di terrore come quello accaduto a Brindisi che ha ucciso una ragazza di 16 anni, ferito gravemente altre ragazze e che poteva essere una carneficina? Dato il contesto della storia nazionale sarebbe troppo banale e liberatorio liquidare quelle tesi come allucinatorie e paranoidi, non perché siano necessariamente o probabilmente vere o plausibili ma perché in Italia conta più il contesto genetico di tali tesi rispetto al loro contenuto di verità.
Questo è un paese in cui persino i forestali hanno tentato un golpe, un comico non ci sarebbe mai arrivato! Allora la domanda è: le tesi stragiste sono soltanto manifestazioni paranoidi oppure, qui in Italia, sono la chiara espressione di una democrazia incompiuta? Il diffuso ricorso a tesi complottiste non denota che i cittadini di questo paese si sentono abissalmente distanti dallo Stato ed estranei allo Stato nel quale dovrebbero riconoscersi?
Questo mi chiedo e per quanto io assegni alle domande un primato epistemologico e persino morale sulle risposte non posso nascondermi che le domande, quando sono sensate, esigono una risposta.

I rappresentanti delle istituzioni dovrebbero porsi queste domande. Invitare al cordoglio è doveroso, salvo quando diventa un mero esercizio retorico.

giovedì 17 maggio 2012

Scritte sugli angoli

Giornata giusta per la pubblicazione sul blog di Neobar di Scritte sugli angoli, l’antologia di poesie di autori gay a cura di Vincenzo Errico. Il progetto di questa raccolta ha avuto inizio l'anno scorso ed i vari contributi con i relativi commenti sono disponibili in questo link, tutte le sillogi sono raccolte in unico ebook in formato pdf. Non cercatemi nell'antologia, per diversi motivi non ho voluto partecipare ma sono contento di leggere i versi di Vincenzo, di Luca e degli altri autori. 

FRANÇOIS MORELLET – RÉINSTALLATION

Informazione veloce: è con vero apprezzamento che leggo la circolare dedicata alla giornata di oggi sul sito del MIUR. Una cosa normale, mi direte, vero ma siamo in Italia e fino a qualche mese fa una simile circolare sarebbe stata impensabile.

mercoledì 16 maggio 2012

Rivendicazione di diritti lungo la tratta Caserta-Foggia

Il Quarto Stato, Giuseppe Pellizza da Volpedo, 1868-1907,
Museo del Novecento, Milano.

A - Il tuo cellulare prende?
B - No, e il tuo?
A - Neanche.
C - Lungo la linea Caserta-Foggia il segnale è instabile.
Io - Una vera tragedia!
A - Sicuramente in prima classe si potrà telefonare.
C - Ci hanno tolto persino il diritto di telefonare.
Io - Fortuna che abbiamo ancora il diritto di stare in silenzio che è più antico.

Dall'altoparlante una voce registrata annuncia che il personale del treno è lieto di comunicare che è disponibile una carrozza ristorante con panini, salumi, insalate e altri prodotti tipici italiani che renderanno il nostro viaggio ancora più piacevole.


Grazie a Laura per avermi fatto rivedere questo straordinario trailer.

martedì 15 maggio 2012

Dell'equità

Qualche giorno fa ho ripescato un celebre articolo di Sarah Brosnam e Frans de Waal, Monkeys reject unequal pay. Nature 425, 297-299, 2003. Quest'articolo è un caposaldo dell'etologia e Frans de Waal è un primatologo che io adoro per i suoi studi a metà strada tra etologia e filosofia morale.
Il principale interesse di de Waal è studiare nei primati i fondamenti di quella che chiamiamo etica. In questo esperimento delle scimmie cappuccine ricevono un cetriolo in cambio di un sassolino facendo in modo che una scimmia veda quello che riceve l'altra. Il nocciolo dell'esperimento è tutto qui, cosa succede se anziché dare un pezzo di cetriolo ad entrambe le scimmie si da il cetriolo ad una scimmia e l'uva all'altra? Le scimmie sono in grado di osservare un trattamento ineguale e di reagire di conseguenza. A mio avviso è possibile parlare di qualcosa che ha a che fare con la giustizia, del resto lo stesso identico schema è stato osservato in altri primati e in questo caso non esiteremmo a parlare di giustizia.

Nel video che trovate a questo link (il video è sottotitolato in italiano) è lo stesso Frans de Waal a descrivere numerosi esperimenti che riguardano la cooperazione tra gli animali. Se volete vedere solo l'esperimento con le scimmie cappuccine andate al 12' 31''. E' un documento che raccomanderei vivamente a quanti fanno dell'equità la bandiera del proprio operato, lo raccomanderei sia per le implicazioni di natura politico-filosofica sia per quelle di natura sociale.

Di seguito riporto il testo del discorso a partire dal momento in cui de Waal descrive l'esperimento con le scimmie cappuccine.

«L'ultimo esperimento di cui vorrei parlarvi è quello sull'imparzialità, che è diventato uno studio molto famoso. Ce ne sono molti altri, perché dopo che lo abbiamo condotto circa 10 anni fa, ha ottenuto molto fama. Inizialmente l'abbiamo fatto con le scimmie cappuccine. Ora vi mostro il primo esperimento che abbiamo fatto. Ora lo fanno con i cani, con gli uccelli e con gli scimpanzé, ma noi, con Sarah Brosnan, abbiamo lavorato con le scimmie cappuccine.
Abbiamo quindi messo due scimmie cappuccine una di fianco all'altra. Ribadisco, questi animali vivono in gruppo, si conoscono. Le estraiamo dal gruppo e le portiamo nella stanza dei test. Il compito che devono svolgere è molto semplice. E se date ad entrambe un cetriolo per l'esperimento, alle due scimmie affiancate, sono più che disposte a ripetere il test 25 volte di fila. Quindi, cetrioli, anche se secondo me non è altro che acqua, ma i cetrioli per loro sono l'ideale. Ora, se date dell'uva al partner - il cibo preferito delle mie scimmie cappuccine corrisponde esattamente ai prezzi del supermercato - se date loro dell'uva, cibo decisamente migliore, allora create delle ineguaglianze tra di loro. Ed ecco il nostro esperimento.

Di recente l'abbiamo filmato con due scimmie che non l'avevano mai fatto, pensando di ottenere una reazione più forte, e avevamo ragione. La scimmia a sinistra riceve il cetriolo, quella a destra riceve l'uva. Quella con il cetriolo, e notate che il primo pezzo di cetriolo non crea problemi. Il primo boccone, lo mangia. Poi vede che l'altra scimmia riceve l'uva, e vedrete cosa succede adesso. Dunque, ci dà un sasso. Quello è il compito, e noi le diamo un pezzo di cetriolo e lei se lo mangia. L'altra deve darci un sasso, ed è ciò che fa, noi le diamo l'uva e lei la mangia. L'altra vede cosa succede. Ora ci dà un sasso e, di nuovo, ecco il cetriolo. Adesso collauda il sasso contro il muro. Deve darlo a noi. E riceve ancora il cetriolo. Quello che avete qui è, in fondo, la protesta di Wall Street.

Lasciate che vi dica - mi restano due minuti, vi racconto un episodio divertente. Questo studio divenne molto famoso, ricevemmo molti commenti, soprattutto da antropologi, economisti, filosofi. Non lo apprezzarono per niente. Perché, credo, si erano convinti, che l'imparzialità è un argomento complesso, e che gli animali non possono concepirla. Un filosofo arrivò a scriverci che era impossibile che le scimmie avessero il senso dell'imparzialità perché l'imparzialità era stata inventata con la Rivoluzione Francese.
Un altro scrisse un intero capitolo dicendo che avrebbe accettato che si trattasse di imparzialità se la scimmia che aveva ricevuto l'uva l'avesse rifiutata. La cosa buffa è che Sarah Brosnan, che ha condotto l'esperimento con gli scimpanzé, aveva un paio di combinazioni di scimpanzè in cui, quello che riceveva l'uva, la rifiutava, fino a quando anche il partner riceveva dell'uva. Siamo dunque molto vicini al senso di imparzialità che ha l'uomo. E io credo che i filosofi debbano ripensare un attimo alla propria filosofia.
Lasciate che riassuma. Io credo esista una moralità in evoluzione. Credo che la moralità sia molto più di quanto abbiamo trattato, ma non sarebbe possibile senza questi ingredienti, che troviamo in altri primati, l'empatia e il conforto, tendenze pro-sociali, reciprocità e un senso di giustizia. Quindi noi ci occupiamo di questi temi per vedere se possiamo creare una moralità dal basso verso l'alto senza necessariamente coinvolgere Dio o la religione, e per capire come arrivare a una moralità evoluta.»

mercoledì 9 maggio 2012

Il tempo e la vita

Fulmine
A Laura Raffaeli che è dovuta rinascere.


In momenti di particolare concitazione, quando cresce l'ansia di portare a termine un compito in tempi brevi mio padre usa un'espressione per invitare a non fare le cose con troppa fretta: "c'è più tempo che vita!". Questa frase è uno di quei tesori inestimabili del mio lessico familiare che non ho mai sentito usare da altri che da mio padre che l'ha ripresa da suo padre, mio nonno.
"C'è più tempo che vita!", a pensarci attentamente è un'espressione incantevolmente contraddittoria, almeno in apparenza. Contraddittoria perché afferma chiaramente che la vita è più breve del tempo eppure mio padre usa quell'espressione per invitare alla lentezza. Ma se la vita è breve rispetto al tempo allora "c'è più tempo che vita" sembrerebbe quasi una sollecitazione ad essere più veloci possibile nelle faccende della vita. Ma è proprio nelle pieghe di quella apparente contraddizione che si dispiega tutta la ricchezza delle parole che costellano il lessico familiare.
Confrontare l'immensità del tempo con la brevità della vita fa sembrare poca cosa gli affanni della nostra quotidianità, spesso dettati da ritmi che non ci appartengono, non hanno nulla a che fare con le nostre stagioni interiori, con il metronomo che ci portiamo dentro da milioni di anni e che troppe volte disimpariamo ad ascoltare in pochi giorni.
C'è più tempo che vita non è solo un invito alla lentezza, è un richiamo al fatto ineludibile che è la vita a dover entrare nel tempo, a dovercisi adagiare, il rovescio è un compito assurdo, un non senso che richiama alla memoria quel bambino di S. Agostino che vuole svuotare il mare con un bicchiere. Quel compito assurdo è la mostruosa norma di oggi. Quell'assurdità sta facendo esplodere le nostre vite che in nessun modo possono contenere il tempo.

martedì 8 maggio 2012

Buone notizie

Elezioni amministrative, affluenza ridotta a parte due buone notizie:
la prima, Federico Moccia è stato eletto sindaco, così forse smetterà di scrivere libri;
la seconda, il partito degli onesti, alias PdL, ha subito un tracollo. Meglio tardi che mai.

sabato 5 maggio 2012

Aforismi

Gli scout sono dei bambini vestiti da cretini, guidati da cretini vestiti da bambini. Jack Benny (erroneamente attribuita a George Bernard Shaw)

Originale:
"A scout troop consists of twelve little kids dressed like schmucks following a big schmuck dressed like a kid."

Un reparto scout è formato da dodici piccoli bambini vestiti da cretini che seguono un grande cretino vestito da bambino.

A giudicare da quello che si legge oggi c'è poco che smentisca questo aforisma!
Per maggiori argomentazioni leggete Elfobruno, io non ho voglia di argomentare né tempo, ho una grigliata da portare avanti.

giovedì 3 maggio 2012

Diamo un parere al Governo

Ho una lavatrice che consuma troppa acqua e troppa energia ma non posso cambiarla. Ho chiamato un idraulico per ridurre i consumi e dopo quattro mesi il primo idraulico ha chiesto la consulenza di un secondo idraulico, sempre a spese mie, per farsi aiutare. Il secondo idraulico ha chiesto ai miei condomini come ridurre i consumi della mia lavatrice!

Traslitterazione a parte è quello che è accaduto in Italia. La lavatrice è lo Stato, il primo idraulico è Giarda, il secondo è Bondi. Giarda è impegnato da mesi nella spending review, tutti attendevamo la spending review e poi che fa? nomina Bondi che a sua volta chiede la partecipazione dei cittadini a dare suggerimenti come ridurre la spesa pubblica. Bene, questa faccenda della partecipazione sarebbe una cosa buona se non fosse posticcia e per niente orientata a raccogliere seriamente gli indirizzi che vengono dai cittadini. Parliamoci chiaro, Giarda il suo compito l'ha fatto e del parere dei cittadini non frega niente a nessuno. I processi partecipati sono altra cosa, la partecipazione si organizza fin da subito se la decisione finale deve essere condivisa, altrimenti stiamo giocando alla "democrazia del click" tipica della rete, dove ognuno dice la sua e nessuno ascolta e tutti sono contenti perché almeno hanno detto la loro. La democrazia è altra cosa.
Ad ogni modo cerchiamo di essere propositivi.
Un suggerimento io ce l'ho, per la verità ne avrei una valanga ma mi limito ad uno solo.

http://www.disarmo.org/nof35/

Scriviamo al Governo, che ha chiesto il parere dei cittadini sugli sprechi nella spesa pubblica, segnalando come l'acquisto di 90 cacciabombardieri d'attacco e con capacità nucleare sia un insulto a chi oggi si trova in difficoltà economiche e di sopravvivenza, senza considerare i dubbi di natura tecnica e di costo che tutti i partner del Programma (Stati Uniti compresi) hanno sollevato!

Clicca qui, compila i campi richiesti e scrivi:

Gentile Presidente del Consiglio Mario Monti, egregi Ministri, vi segnalo come spreco rilevante ed assolutamente inutile di denaro pubblico l'acquisto preventivato nei prossimi anni di circa 90 esemplari del caccia di quinta generazione JSF F-35 (costo attuale di solo acquisto oltre 10 miliardi, almeno 30 miliardi con il mantenimento).
Con gli stessi soldi si potrebbero dare risposte concrete ai problemi economici che affliggono molte famiglie italiane, investendo in istruzione, sanità, lavoro, recupero e sistemazione del territorio. La invitiamo quindi a prendere in considerazione le alternative a questo scellerato acquisto seguendo le proposte e le indicazioni della campagna "Taglia le ali alle armi" che ha anche elaborato numerosi dati a sostegno della problematicità del progetto JSF F-35.
Cordialmente

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