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domenica 26 luglio 2009

poi esce di scena, con passo lieve

Valse Triste, Jean Sibelius (1865-1957)


Questo valzer fa parte della musica di scena per il dramma Kuolema (Morte) di Arvid Jàrnefeit. Il biografo tedesco di Sibelius, Walter Niemann, dà questa descrizione della scena del dramma che il valzer accompagna:
«È notte. Il figlio dorme, esausto dalla lunga veglia accanto al letto di morte della madre. A poco a poco un bagliore rossastro penetra nella stanza. Nello stesso tempo si ode una musica lontana, dapprima vagamente, ma ben presto distinta come una melodia a tempo di valzer. La donna malata si risveglia e scorge ai piedi del letto una figura soprannaturale che le fa cenno di alzarsi. Ella scende dal letto nella sua lunga veste bianca. La figura fa un altro cenno, e appaiono alcuni spettrali danzatori. La donna è trascinata nella danza, e tenta invano di attirare l'attenzione dei danzatori. Le coppie le scivolano accanto come ombre. Esausta, ricade sul letto. La luce rossa scompare, la musica si interrompe e i danzatori scompaiono come in una nebbia. Ma ella chiama a raccolta tutte le sue forze e riprende a danzare, ancor più selvaggiamente di prima. Di nuovo si ode la musica, le coppie di ombre danzanti ritornano e ruotano intorno a lei. Ella cerca disperatamente di riconoscere i volti che la circondano, ma essi svaniscono tutti davanti ai suoi occhi. Nel tumulto della danza di morte si ode un colpo alla porta. I danzatori scompaiono. Ella vuol fuggire con loro, ma è come se avesse messo radici in quel punto. Un freddo terrore si impadronisce di lei. Non osa guardare verso la porta, ma finalmente si fa forza, si volge lentamente e getta un urlo spaventoso: sulla soglia è apparsa la Morte.»

***

Non conoscevo la storia ed il contesto del Valse Triste, l'ho trovato leggendo questo sito, per me è stato un tuffo nel passato. Ho ascoltato il valzer triste di Sibelius la prima volta, lo ricordo bene, vent'anni fa in una stanza della casa dello studente di Lecce. Eravamo al buio e in religioso silenzio, io e altri tre affiliati alla setta dei falsi poeti non ancora estinti, spero (Raffaele, Alcide, Nico. Chissà, magari leggerete questo post e un giorno o l'altro ci rivedremo).
Ascoltando il valzer quella sera immaginai un balletto, una sorta di coreografia che avrebbe potuto accompagnare quelle note, ed è straordinaria l'assonanza che ora scopro tra quello che pensai e l'idea originale del brano. Sibelius lo aveva suscitato con la sua musica.
Questo è il balletto che immaginai e che si riaffaccia puntualmente alla mente tutte le volte che ascolto Valse triste:
Una danzatrice vestita di stracci neri. Sul palcoscenico decine di ballerini distesi a terra, immobili, in ordine sparso. Lei si muove leggera, si china su ognuno, controlla con cura che siano fermi. E' fiera del suo lavoro, è soddisfatta del risultato. Mentre si muove da un corpo all'altro sente qualcosa, un rumore lontano, un movimento inatteso. Lo avverte con chiarezza, ne è stupita, qualcuno si muove, lo cerca, annusa l'aria, lo trova. Lui le tende la mano, vuole alzarsi, la risposta della danzatrice nera non si fa attendere, è elegante, gli tende la mano con gentilezza e lo aiuta a sollevarsi. Danzano insieme, dapprima dolcemente ma presto la danza diventa spasmodica, lui è affaticato, ha il respiro corto ma non può smettere di danzare, lei non lo consente. La musica si fa frenetica, il cuore dell'uomo non regge più. L'uomo si accascia ormai esanime, la danzatrice nera si china sul suo cuore ormai fermo, poi esce di scena, con passo lieve.

giovedì 23 luglio 2009

Nèmesis

Era il 12 maggio del 2007, folle oceaniche portarono in piazza i valori della famiglia in risposta al penoso dibattito sul riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto che poi, come è noto, è stato serenamente dimenticato. Tra i sostenitori della manifestazione c'era anche chi teneva così tanto alla famiglia da averne almeno un paio.
Qualche buontempone della capitale rispose all'iniziativa del 'Family day' e due settimane dopo propose il 'Famolo dai', trasformando una giornata altrimenti ordinaria in una data memorabile!



Dopo appena un paio d'anni abbiamo scoperto che il Famolo dai è stata un'iniziativa che ha raccolto adesioni anche tra i sostenitori del Family day! Ma come al solito le idee che nascono in maniera artigianale e casereccia subiscono un processo di snaturazione quando si istituzionalizzano e qualcuno, dotato di fiuto per gli affari, ha pensato di farci sopra un'industria e magari di inserirla tra i capitoli di spesa dello Stato, forse nella voce "Ricreazioni presidenziali".

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Strane le strade della storia! Il Messico ha avuto Zapata, la Spagna ha avuto Zapatero, noi abbiamo dovuto aspettare Zappadu. Indubbiamente personaggi diversi, molto diversi, ma ci deve essere qualcosa che li accomuna. Che sia qualche oscura alchimia nel nome?

lunedì 20 luglio 2009

...ma di tutte più grande è la carità!

Il 29 giugno scorso è stata pubblicata la terza enciclica di Benedetto XVI, Caritas in Veritate. Molti hanno considerato rivoluzionaria l'enciclica per l'attenzione dedicata all'economia, al lavoro, ai problemi della globalizzazione, agli obiettivi di sviluppo dell'essere umano che spesso il mondo dell'economia ignora. Attenzione apprezzabile, senza dubbio. Il testo è complesso e va letto con cura. Chi proviene da una cultura laica, non può abbracciare tutte le premesse implicite nel testo, come la creaturalità dell'essere umano, o il messaggio escatologico sotteso, e questo appare ovvio, ma ciò non annulla il valore dell'analisi dei problemi dello sviluppo neanche rinunciando alla cornice teologica (cfr. G. Ruffolo su L'Espresso).

C'è tuttavia un aspetto che sta a fondamento dell'enciclica e che ricorre in tutto il testo, a partire dal titolo, dal quale è davvero difficile prescindere. Caritas in Veritate è davvero rivoluzionaria perchè propone il rovesciamento del principio paolino della "veritas in caritate". Il nodo della questione è cosa è contenuto e cosa è contenitore. La Verità è il contesto della Carità o è la Carità a contenere la Verità? L'enciclica papale propende per la prima alternativa ed è inevitabile che tutto ciò che discende da tale premessa ne sia profondamente influenzato. Può sembrare un banale problema terminologico ma la faccenda fa tremare i polsi a pensarci bene. Di fronte a questo problema mi chiedo se tutte le rivoluzioni sono davvero necessarie!

L'arcinota parabola del Samaritano ci suggerisce qualcosa di diverso rispetto al nodo teologico sollevato dalla Caritas in Veritate. Il Samaritano non ha chiesto quale fosse la verità dell'uomo che ha soccorso, dalla parabola non sappiamo quale fosse la verità del Samaritano e in fin dei conti non ci interessa saperla. Al Samaritano non importava nulla della verità dell'uomo e neanche della sua. La verità o le verità in quel momento albergavano, con discrezione, nel cum patere che accomunava quei due uomini. Sarebbe enormemente più interessante pensare che nell'orizzonte cognitivo ed emotivo del Samaritano non fosse all'opera uno sterile dualismo tra Verità e Carità e che la Verità fosse proprio quella Carità di cui la parabola ci parla, ma è comprensibile che questa lettura può risultare ostica ad un pensiero che liquida con troppa leggerezza la complessità delle emozioni ed il loro ruolo nello sviluppo individuale e sociale, emozioni che Benedetto XVI declassa ad 'emotivismo' se prive della verità che il pontefice ha in mente (consiglio la lettura di alcuni autori meno disinvolti sul tema delle emozioni [1, 2]).

Forse per la teologia di Benedetto XVI appare necessario che la verità sia precondizione della carità, ma se è così ha tutta l'aria di essere una "teologia che oggi, com'è noto, è piccola e brutta. E che non deve farsi scorgere da nessuno." (W. Benjamin, Tesi di filosofia della storia, 1940).

E' davvero paradossale che proprio per condividere buona parte dell'analisi dei problemi sociali ed economici sviluppata nell'enciclica Caritas in Veritate io debba prenderne il contenuto e versarlo fuori dall'angusto contenitore in cui è stato costretto!

[1] A. Damasio, Alla ricerca di Spinoza. Emozioni, sentimenti e cervello. Adelphi, 2003.
[2] M.C. Nussbaum, L'intelligenza delle emozioni. il Mulino, 2004.


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Muovendomi, come sempre, pericolosamente in bilico tra sacro e profano riporto due brani. Il primo riguarda la carità ed è la parabola del Samaritano, dal Vangelo di Luca. Il secondo riguarda la verità (almeno quella delle religioni monoteiste ma non costa fatica estenderne l'ambito) ed è tratto dal Decameron del Boccaccio. Lui che chiamò Divina la Commedia di Dante, scrisse nella sua opera maggiore la commedia umana, fatta di mille espedienti, di imbrogli, di saggezza popolare e di amore tra viandanti che si dividono un ombrellino strappato mentre camminano sotto la pioggia, parlando di "quel che non ha governo né mai ce l'avrà, quel che non ha vergogna né mai ce l'avrà, quel che non ha giudizio." (C. Buarque de Hollanda - I. Fossati)

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Luca 10,25-37

25 Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». 26 Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». 27 Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». 28 E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
29 Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». 30 Gesù riprese:
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. 33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36 Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». 37 Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso».

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Decameron di Boccaccio

Prima giornata, Novella Terza
Melchisedech giudeo, con una novella di tre anella, cessa un gran pericolo dal Saladino apparecchiatogli.

Poiché, commendata da tutti la novella di Neifile, ella si tacque, come alla reina piacque, Filomena così cominciò a parlare.
La novella da Neifile detta mi ritorna a memoria il dubbioso caso già avvenuto ad un giudeo. Per ciò che già e di Dio e della verità della nostra fede è assai bene stato detto, il discendere oggimai agli avvenimenti e agli atti degli uomini non si dovrà disdire; e a narrarvi quella verrò, la quale udita, forse più caute diverrete nelle risposte alle quistioni che fatte vi fossero. Voi dovete, amorose compagne, sapere che, sì come la sciocchezza spesse volte trae altrui di felice stato e mette in grandissima miseria, così il senno di grandissimi pericoli trae il savio e ponlo in grande e in sicuro riposo. E che vero sia che la sciocchezza di buono stato in miseria altrui conduca, per molti essempli si vede, li quali non fia al presente nostra cura di raccontare, avendo riguardo che tutto '1 dì mille essempli n'appaiano manifesti. Ma che il senno di consolazione sia cagione, come promisi, per una novelletta mosterrò brievemente.
Il Saladino, il valore del qual fu tanto che non solamente di piccolo uomo il fe' di Babillonia soldano, ma ancora molte vittorie sopra li re saracini e cristiani gli fece avere, avendo in diverse guerre e in grandissime sue magnificenze speso tutto il suo tesoro, e, per alcuno accidente sopravvenutogli bisognandogli una buona quantità di danari, né veggendo donde così prestamente come gli bisognavano aver gli potesse, gli venne a memoria un ricco giudeo, il cui nome era Melchisedech, il quale prestava ad usura in Alessandria, e pensossi costui avere da poterlo servire quando volesse; ma sì era avaro che di sua volontà non l'avrebbe mai fatto, e forza non gli voleva fare; per che, strignendolo il bisogno, rivoltosi tutto a dover trovar modo come il giudeo il servisse, s'avvisò di fargli una forza da alcuna ragion colorata. E fattolsi chiamare e familiarmente ricevutolo, seco il fece sedere e appresso gli disse:
- Valente uomo, io ho da più persone inteso che tu se' savissimo e nelle cose di Dio senti molto avanti; e per ciò io saprei volentieri da te quale delle tre leggi tu reputi la verace, o la giudaica o la saracina o la cristiana.
Il giudeo, il quale veramente era savio uomo, s'avvisò troppo bene che il Saladino guardava di pigliarlo nelle parole per dovergli muovere alcuna quistione, e pensò non potere alcuna di queste tre più l'una che l'altra lodare, che il Saladino non avesse la sua intenzione. Per che, come colui al qual pareva d'aver bisogno di risposta per la quale preso non potesse essere, aguzzato lo 'ngegno, gli venne prestamente avanti quello che dir dovesse, e disse:
- Signor mio, la quistione la qual voi mi fate è bella, e a volervene dire ciò che io ne sento, mi vi convien dire una novelletta, qual voi udirete.
Se io non erro, io mi ricordo aver molte volte udito dire che un grande uomo e ricco fu già, il quale, intra l'altre gioie più care che nel suo tesoro avesse, era uno anello bellissimo e prezioso; al quale per lo suo valore e per la sua bellezza volendo fare onore e in perpetuo lasciarlo né suoi discendenti, ordinò che colui de' suoi figliuoli appo il quale, sì come lasciatogli da lui, fosse questo anello trovato, che colui s'intendesse essere il suo erede e dovesse da tutti gli altri essere come maggiore onorato e reverito.
E colui al quale da costui fu lasciato il simigliante ordinò né suoi discendenti e così fece come fatto avea il suo predecessore; e in brieve andò questo anello di mano in mano a molti successori; e ultimamente pervenne alle mani ad uno, il quale avea tre figliuoli belli e virtuosi e molto al padre loro obedienti, per la qual cosa tutti e tre parimente gli amava. E i giovani, li quali la consuetudine dello anello sapevano, sì come vaghi d'essere ciascuno il più onorato tra' suoi ciascuno per se', come meglio sapeva, pregava il padre, il quale era già vecchio, che, quando a morte venisse, a lui quello anello lasciasse.
Il valente uomo, che parimente tutti gli amava, né sapeva esso medesimo eleggere a qual più tosto lasciar lo dovesse, pensò, avendolo a ciascun promesso, di volergli tutti e tre sodisfare; e segretamente ad uno buono maestro ne fece fare due altri, li quali sì furono simiglianti al primiero, che esso medesimo che fatti gli avea fare appena conosceva qual si fosse il vero. E venendo a morte, segretamente diede il suo a ciascun de' figliuoli. Li quali, dopo la morte del padre, volendo ciascuno la eredità e l'onore occupare, e l'uno negandolo all'altro, in testimonianza di dover ciò ragionevolmente fare ciascuno produsse fuori il suo anello. E trovatisi gli anelli sì simili l'uno all'altro che qual di costoro fosse il vero non si sapeva conoscere, si rimase la quistione, qual fosse il vero erede del padre, in pendente, e ancor pende.
E così vi dico, signor mio, delle tre leggi alli tre popoli date da Dio padre, delle quali la quistion proponeste: ciascuno la sua eredità, la sua vera legge e i suoi comandamenti dirittamente si crede avere e fare; ma chi se l'abbia, come degli anelli, ancora ne pende la quistione.
Il Saladino conobbe costui ottimamente essere saputo uscire del laccio il quale davanti a' piedi teso gli aveva; e per ciò dispose d'aprirgli il suo bisogno e vedere se servire il volesse; e così fece, aprendogli ciò che in animo avesse avuto di fare, se così discretamente, come fatto avea, non gli avesse risposto.
Il giudeo liberamente d'ogni quantità che il Saladino richiese il servì; e il Saladino poi interamente il soddisfece; e oltre a ciò gli donò grandissimi doni e sempre per suo amico l'ebbe e in grande e onorevole stato appresso di sé il mantenne.

mercoledì 15 luglio 2009

I nuovi emigranti

Invito alla lettura e alla futura memoria:

"STRASBURGO - "Una diaria di 290 euro! 'Sta miseria. Non ci si sta dentro. Questi non sanno cosa si prende al Parlamento italiano". Clemente Mastella esterna il suo disappunto per le nuove "durezze" a cui sono sottoposti i 736 eurodeputati. "Si prende meno che in Italia". Lo urla in ascensore, sventolando furioso le carte che via via gli porgono i suoi assistenti. Studia i chilometraggi. Chiede a Cristiana Muscardini, storica eurodeputata di An, ora nel Pdl assieme all'ex ministro di Prodi, come funzionino le firme-presenze per essere pagati."(Leggi il seguito...).

Volevo aggiungere due o tre righe di commento poi, trascinato dalla corrente delle libere associazioni mi sono distratto e mi è tornato alla mente il mio esame di Zoologia I quando ho studiato i platelminti, un phylum molto semplice, quasi interamente costituito da specie parassite, la bocca è l'unica apertura del tratto digerente e non sono dotati di sistema circolatorio. In molti casi conservano la capacità di rigenerarsi, in altre parole se ne tagli uno a metà da ciascuna metà si riforma un individuo. Alcuni di loro sono particolarmente noti, quello nella foto ne è un esempio:

Si tratta dello scolice (organo di adesione e di ancoramento) della Taenia solium, altrimenti detto verme solitario. Con quell'organo il verme si attacca all'intestino, anche a quello umano, e non lo molla più.

Per quanto un biologo adori la vita in tutte le sue straordinarie forme non faccio alcuna fatica a capire chi prova un conato di vomito!

Le ragioni del silenzio

Perché ho aderito al silenzio dei blog di ieri nonostante condivida pienamente le ragioni di quanti hanno detto che questo non è il momento del silenzio? Intanto perché non avevo voglia di dire nulla e c’era una buona ragione per farlo. Poi perché ho pensato che questa iniziativa potesse servire a contarsi nella rete e magari scoprire di essere così tanti da scoraggiare certe iniziative legislative che in altri paesi farebbero ridere gli studenti in giurisprudenza.

So che in rete ci si può contare, basta che ci siano certe cose nei siti (li chiamano tag), la cosa inquieta un po' ma a volte può essere utile. Io non so usare questi strumenti, questo blog non ha neanche il contatore perché mi sembrerebbe di sbirciare nelle cose degli altri. Se qualcuno lo legge e vuole lasciare un fiore è gradito, ma l’idea di vedere quante visite riceve il blog, da dove si collega chi legge mi fa venire i brividi. E' vero che l'eventuale lettore guarda qualcosa di mio, ma io ho deciso che sia pubblico quello che sta vedendo, lui o lei no!

Tornando al ddl in questione, ho pensato ad una possibile soluzione per evitare gli effetti latenti o collaterali della norma, (o forse dovremmo essere abbastanza sospettosi da dire gli effetti manifesti e desiderati?), ossia aule di tribunale intasate da istruttorie per decidere della volontà lesiva di un post che non è stato smentito in tempo (al riguardo la novità del ddl è l'obbligo di smentita non l'eventuale diffamazione che è già legiferata).

La proposta è questa. Si pubblica prima la smentita, con dovizie di particolari, documentazione autorevole e tono da documentario dell'Istituto Luce degli anni quando c'era Lui, poi immediatamente dopo si pubblica la notizia dove si fa smodato uso di condizionali, abuso di congiunzioni tipo 'qualora', 'sebbene', 'quasi', strabordante eccesso di avverbi come 'forse', 'piuttosto' e chi più ne ha più ne metta, aggettivi discreti e pacati.
Tento un format minimo che può essere cambiato a piacere, sempre però rispettando le linee guida essenziali.
Poniamo per assurdo che la faccenda riguardi un uomo che in base alle leggi elettorali vigenti non sia eleggibile in quanto titolare di una concessione dello Stato e che si candidi alle elezioni per coprire importanti cariche istituzionali (DPR 361/57, art. 10).

Smentita:
Le illazioni riguardanti la supposta incompatibilità tra carica istituzionale ed interesse privato è stata oggetto di una attenta disamina da parte di un gruppo di saggi, spiccano nel gruppo nomi di scienziati del diritto dalla chiara fama che tutto il mondo ci invidia per la lungimiranza del sapere e l'indiscutibile lucore del pensiero. Nessuno può impunemente sospettare che i giureconsulti possano avallare comportamenti non conformi alla legge. La lettura della normativa tirata in ballo da noti disfattisti e che ostacolerebbe l'elezione di chi è titolare di una concessione dello Stato risulta viziata da imperdonabili errori sicuramente dettati da interessi particolari. Il soggetto è stato riconosciuto completamente estraneo alle accuse infondate rivoltegli da quanti, accecati da insana invidia, non hanno saputo vedere l'elevata statura morale e l'indiscussa dedizione agli interessi del paese. I partiti di opposizione hanno riconosciuto l'imprescindibile valore di riforme condivise mettendo da parte un atteggiamento polemico che non fa bene alla nazione e dando avvio ad una stagione di dialogo. Il paese esulta e ringrazia per questo clima di benessere e serenità tra i partiti.

Notizia:
Da recenti indiscrezioni pare ci sia una norma piuttosto datata ed alquanto oscura. La norma si presenta di difficile lettura per via del linguaggio decisamente arcaico ma da una attenta e faticosa analisi sembrerebbe suggerire una certa preoccupazione per l'equilibrio dei poteri e l'autorevolezza delle istituzioni. Gli articoli della norma, letti sotto una certa luce tuttavia non priva di ombre e dubbi, si presterebbero ad interpretazioni alquanto problematiche per la candidatura del soggetto. Qualora la smentita venisse smentita, ma la cosa sembra improbabile, si profilerebbe un conflitto di interessi che potrebbe paralizzare l'azione normativa e comunque potrebbe condizionarla in termini di leggittimità e di imparzialità. Sebbene la notizia possa destare alcune perplessità sull'opportunità che il soggetto ricopra importanti cariche pubbliche pare che sia piuttosto imprudente giungere a conclusioni affrettate. Al momento tali preoccupazioni sono al vaglio degli esperti in materia che forniranno ulteriori chiarimenti.

E' una proposta, poi magari non è detto che piaccia!

PS del 26 aprile 2010 - Riguardo alla presenza di un contatore in questo blog ho cambiato idea!

lunedì 13 luglio 2009

Il liberismo riformato

Definizione di liberismo secondo il Devoto-Oli (ed. 2004-2005), dopo qualche riforma (in grassetto):

Liberismo - Sistema economico fondato sull'assoluta libertà di produzione e di commercio e per il quale l'intervento dello Stato è ammesso soltanto nei casi in cui l'iniziativa privata non può soddisfare le esigenze della collettività oppure nei casi in cui gli operatori economici che controllano l'offerta risultino iscritti a logge massoniche o altre associazioni in grado di orientare le azioni legislative a loro vantaggio. Solo in casi particolari, l'intervento dello Stato può essere motivato da semplici rapporti di amicizia con rappresentanti delle istituzioni.

L'articolo del link è di qualche settimana fa, è il solito L'Espresso che sobilla le coscienze quiete.
Me ne ero quasi dimenticato ma dopo quattro chiacchiere con la mia cara amica Ivana, che al riguardo è indiavolata, ho deciso di inserirlo nel mio seguitissimo blog per dare maggiore risonanza alla notizia!

domenica 12 luglio 2009

Il primato del futuro!

Leggete questo interessantissimo articolo di L'Espresso* sugli ambienti artificiali che ci faranno vivere esperienze virtuali.

In conclusione dell'articolo si legge "«Questi ambienti sono di grandissima attualità e utilità, perchè accelerano l'integrazione tra virtuale e reale», dice Mario Gerosa, docente di Multimedia al Politecnico di Milano e fondatore di Synthtravels, la prima agenzia di viaggi virtuali per esplorare i mondi digitali come se fossero vere e proprie località turistiche per i nostri avatar. «Entro pochi anni il virtuale non sarà più relegato all'interno dei computer, ma convergerà in misura sempre maggiore nel mondo reale. Sarà trasportato nella vita di tutti i giorni. Avremo amici virtuali, ologrammi che ci leggeranno la posta o che sostituiranno le immagine delle persone con cui chattiamo o parliamo via Web, scenari virtualizzati sempre più esasperati. Chiaramente questo comporta il rischio che si perda progressivamente il confine tra ciò che è reale e ciò che non lo è. Ma sarà solo per i primi tempi, e in ogni caso bisognerà adattarsi. Anche il turismo del futuro sarà molto diverso da quello attuale: certo, anche tra cento anni si andrà al mare o in montagna, anche se saranno forse arricchite da effetti speciali virtuali, ma i viaggi in carne e ossa saranno in parte sostituiti da quelli compiuti dai nostri avatar.»"

... e questo è niente! Ho sentito di progetti che ci faranno vivere esperienze davvero indimenticabili. Vi do solo poche anticipazioni.

E' prevista a breve la commercializzazione di automobili il cui abitacolo è attrezzato con particolari diffusori di suoni e odori e con sistemi di proiezione che faranno vivere l'esperienza di guidare a tutta birra una cabriolet al fianco di Thelma e Louise in un paesaggio montano con vedute panoramiche quando tutto intorno il traffico è congestionato. Naturalmente la guida sarà affidata a sensori che calcoleranno la distanza tra i veicoli e la loro velocità per evitare spiacevoli interruzioni dell'esperienza virtuale, il nostro avatar ne risentirebbe.

Un'importante iniziativa per facilitare le relazioni affettive prevede la realizzazione di ambienti in cui organizzare gite virtuali, sarà fornita una mappa fittizia per la ricerca del punto G, che grazie ad un uso sapiente di luci e odori starà per punto Grazioli. I più abbienti potranno permettersi il punto C, ovvero punto Certosa, che nessuno ancora conosce ma pare sia qualcosa di entusiasmante e inenarrabile. Poichè i sistemi di stimolazione agiranno direttamente sulle terminazioni nervose che regolano il piacere erotico, il biglietto di ingresso potrebbe costare di più per le donne che, come è noto, hanno molte più terminazioni degli uomini.
Data la delicatezza della questione e la forte partecipazione prevista, le organizzazioni sindacali stanno tentando una trattativa per evitare discriminazioni simulate che potrebbero condurre a sollevazioni popolari digitali. Tra le proposte al vaglio vi è un pretrattamento in cui le donne saranno proiettate in un ologramma maschile che a sua volta avrà l'esperienza sostitutiva e gli uomini avranno un avatar femminile con terminazioni ridotte per esperire l'avventura figurata. La soluzione consentirà di abbassare i costi d'ingresso a quanto previsto per un maschio medio. Nonostante la convenienza economica, inspiegabilmente i movimenti femministi si stanno opponendo e tra gli uomini serpeggia un certo sconcerto, ma gli scienziati che hanno avanzato la proposta sono convinti che col tempo ci si può abituare.

Appagati da sensazioni pleonastiche passeremo un paio d'ore in edifici dove vivremo intere giornate surrettizie, il tempo subirà una crasi con lo spazio, ci ritroveremo nel centro di un buco nero a fare due chiacchiere con Dio, daremo un paio di suggerimenti per la prossima creazione dell'universo immaginario e poi ritorneremo al tran tran quotidiano completamente rilassati.

Per addolcire l'impatto con l'ambiente urbano al ritorno dalle vacanze in campagna, in montagna o al mare sono previsti speciali edifici dove saranno installati diffusori di smog, altoparlanti in dolby surround faranno sentire clacson impazziti. Dalle finestre sarà possibile assistere ad incidenti stradali e risse nei bar grazie a videoproiettori tridimensionali. Si ritiene, non senza fondate ragioni, che grazie a questi ambienti possa essere definitivamente eliminato il famigerato stress del ritorno al lavoro dopo una vacanza.

A questi ambienti pare sia interessato anche il ministero del lavoro che finanzierà piccole varianti in cui milioni di disoccupati potranno vivere una giornata con l'esperienza fantastica di 35 anni di lavoro virtuale comprensivo di contributi pensionistici artefatti, i soggetti usciranno dalle stanze completamente soddisfatti e stressati per una vita piena di attività apparenti. Si sta studiando una soluzione per far vivere ai soggetti l'esperienza di avere i soldi per pagare la quota di servizio che non sarà coperta dalle casse pubbliche.

Ma il meglio deve ancora venire, da millenni è in progetto un locale attrezzato a far vivere l'esperienza di un mondo senza imbecilli, purtroppo l'idea non è mai arrivata neanche alla fase di prototipo e sembra estremamente difficile che il progetto possa essere realizzato. Al momento sono previsti prezzi stratosferici per vivere quest'esperienza solo per pochissimi secondi.

* C'è un errore nell'articolo, il sito internet di cui si parla nella prima pagina è http://www.projectrestart.it/. Per essere una società che progetta realtà virtuali il sito è proprio brutto, che dire? evidentemente i gusti sono ancora in attesa del loro avatar!

PS - "Le cose rappresentano nodi di relazioni con la vita degli altri, anelli di continuità tra le generazioni, ponti che collegano storie individuali e collettive, raccordi tra civiltà e natura. Ci spingono a dare ascolto alla realtà, a farla 'entrare' in noi così da ossigenare un'interiorità altrimenti asfittica. Mostrano inoltre il soggetto nel suo rovescio, nel suo lato più nascosto, quello del mondo che affluisce a lui." Remo Bodei, La vita delle cose, Laterza, 2009.

Le cose, tras-formate in simulacri, "ci invitano a vivere in una dimensione etica e politica «al riparo dei segni e nella negazione della realtà»", quale invito ci verrà rivolto dai simulacri quando questi non saranno più frutto delle cose ma di altri simulacri?

venerdì 10 luglio 2009

Il G7 (sette) è finito

E' terminato il summit dell'Aquila, è andata bene. Niente gaffe, niente incidenti, nessun apprezzamento becero alle first ladies. Gli italiani ringraziano, sinceramente.

Un bravo capocomico deve sempre rispettare i tempi giusti per le battute. Regola prima, attendere che si smetta di ridere di quelle appena dette, oppure che si smetta di piangere. Ogni vero comico ha uno spiccato senso del drammatico.

giovedì 9 luglio 2009

Solo una passeggiata

Qualche settimana fa ho trascorso tre giorni in un agriturismo immerso nelle campagne che circondano Pastena nel frusinate. Un posto bellissimo, tranquillo, paesaggi aperti, dappertutto campagna e boschi, greggi e cavalli al pascolo e pochissime scatole di latta in giro. Non potevo resistere a riprendere le mie lunghe passeggiate e fare qualche corsetta nei campi. Non amo le strade che mi sono già note per cui cambio sempre percorso anche quando sono in un posto che conosco ma solitamente seguo un tracciato circolare in modo da ritornare nel punto di partenza. In questi posti non ero mai stato prima per cui qualunque sentiero avessi imboccato sarebbe stato nuovo, dovevo solo stare attento a seguire i sentieri che mi avrebbero riportato all’agriturismo. Avevo come punto di riferimento delle statue, forse di santi, che troneggiano in cima ad un picco e che guardano Pastena. Dovevo semplicemente tenere d’occhio quelle statue.
In questa stagione sono frequenti i temporali e nel pomeriggio di solito capita che il cielo si rabbui e che all’improvviso cada la pioggia annunciata da tuoni portati da nuvole che si muovono veloci. Quel pomeriggio, mentre correvo, non faceva eccezione, a distanza si sentiva rumoreggiare il cielo e le nuvole si stavano addensando all’orizzonte. Io ho continuato a seguire il mio tracciato ideale nella convinzione che ormai stavo facendo ritorno al casale, ero assolutamente convinto a non tornare sui miei passi, farlo mi avrebbe precluso la possibilità di vedere nuovi sentieri. Eppure, sollecitato dai tuoni ormai prossimi e dalla pioggia che non sarebbe tardata a cadere, pensavo che tornare sui miei passi mi avrebbe fatto vedere lo stesso paesaggio da un’altra prospettiva ma ho deciso di continuare a seguire il mio proposito di non tornare indietro. Sebbene il mio punto di riferimento fosse sempre in vista ed io mantenessi la giusta posizione nei suoi confronti era evidente che mi stessi allontanando sempre più e che la pioggia sarebbe stata inevitabile. Quando sono cominciate a cadere le prime gocce ho pensato di chiedere informazioni sulla strada più breve per tornare al casale ma da queste parti è difficile trovare gente e le abitazioni sono disseminate nella campagna a notevole distanza l’una dall’altra. Il mio punto di riferimento era ormai fuori vista, nascosto dietro un rilievo collinare, e l’unica persona che ho incontrato ad un incrocio di sentieri alla guida della sua auto non conosceva ‘La voce del vento’, l’agriturismo che mi ospitava. A quel punto è cominciato a piovere ma ancora lievemente ed è così che ho messo da parte la mia protervia e sono tornato sullo stesso sentiero che avevo seguito fino a quel momento. Era ormai troppo tardi, il temporale è arrivato e la strada che avevo percorso era abbastanza lunga, mi sarei senza dubbio inzuppato e così è stato.
Niente di grave, la pioggia non è un disastro, anche se in quei giorni che il grano attendeva la mietitura non è stata proprio una benedizione per i contadini, dalle mie parti si dice “acqua di messi, castigo di Dio”.

Sono sicuro che ai 7 (sette) ‘grandi’ riuniti a L’Aquila farebbe un gran bene fare di tanto in tanto una passeggiata nei campi quando il tempo minaccia un temporale. E' salutare, sicuramente di più che trovarsi intorno ad un tavolo a parlare delle sorti dell'universo in cenni generici e inconcludenti. Respirerebbero aria pulita, ascolterebbero i suoni della natura, avrebbero modo di pensare profondamente ed eviterebbero foto imbarazzanti!

mercoledì 8 luglio 2009

Oggi inizia il G7

A giudicare da come la stampa estera saluta il 'presidente di turno', L'Espresso di questa settimana è stato troppo generoso a titolare la sua copertina "Il vertice dell'Aquila. G7 e mezzo".


L'Italia poteva meritare di meglio, forse.

lunedì 6 luglio 2009

Ultime dall'ex mattatoio

Al Gran Consiglio Divino Interstellare.
Redigo il consueto rapporto settimanale per aggiornare sulla situazione.
Il latitante Godot è stato finalmente preso, purtroppo non è stato possibile catturarlo vivo. Il fuggitivo è rimasto vittima in un conflitto a fuoco durante una rapina. Va riconosciuto che il ricercato era del tutto estraneo all'episodio criminale, inoltre da un diario che si ritiene autografo trovato tra i resti della vittima appare ragionevole che il soggetto fosse completamente innocente dalle accuse ascrittegli. Dagli appunti riportati nel diario è emerso che la sua latitanza fosse dovuta alla perdita di memoria. Ha vagato per decenni nei boschi senza trovare la strada del ritorno. Per evitare disordini è consigliabile continuare a sostenere che si trattasse di un pericoloso contrabbandiere.
Il capitano Ulisse e il marinaio Sindbad hanno presentato una proposta di legge per evitare di raccontare menzogne. I due propongono di rendere mutevole la realtà alla bisogna, la proposta ha raccolto le adesioni di moltissima gente. Data la rispettabilità dei proponenti la mozione è stata presentata al Consiglio delle Terre Emerse e delle Distese Oceaniche ed è subito apparsa facilmente applicabile. Studiando il caso il Decano ha manifestato tutto il suo stupore per non averci pensato prima, si sarebbero evitate inutili spese giudiziarie e incresciose ricerche per discriminare le versioni dei fatti.
Il processo di rieducazione di Pantagruele si è concluso con risultati decisamente soddisfacenti. Attualmente è amministratore delegato di una grossa multinazionale nel campo alimentare e, a parte qualche sconcezza che gli concediamo, il suo contegno appare sostanzialmente accettabile.
Don Chisciotte è rinsavito, adesso è consigliere diplomatico per la Mancia con delega all'energia eolica. Di tanto in tanto assume un atteggiamento pensoso di fronte alle pale eoliche, le fissa per ore ma poi basta poco per riportare la sua attenzione alle cose concrete.
La ditta di Mefistofele è stata prossima al fallimento per via di un investimento avventato. Il povero diavolo aveva commissionato a Faust l'acquisto di una grossa partita di anime legate a titoli azionari che nel giro di un paio di giorni hanno perso il loro valore. Il Consiglio è dovuto intervenire con fondi sociali per recuperare le perdite ed evitare ripercussioni nelle dinamiche di ripresa del mercato delle anime. Al momento non si può escludere che Faust fosse a conoscenza del prossimo collasso dei prezzi, si profila un'inchiesta per bancarotta fraudolenta.
Sembra che Acab abbia portato a termine la sua impresa, si è messo in società con un tale Amleto per commerciare carne di balena in scatola. La vicenda appare comunque oscura, non si spengono le voci di frode alimentare dopo una messa in scena del socio di Acab in cui il protagonista versava limone nelle orecchie delle alici anziché condire la carne di balena, come da copione. Si rende urgente un'ispezione e si segnala un discreto talento del giovane Amleto per il teatro, il ragazzo potrebbe avere un futuro nel settore. Sarebbe utile dare avvio al televoto intergalattico per deciderne la sorte.
La lotteria di Peer Gynt va a gonfie vele, l'iniziativa ha raccolto consensi oltre ogni aspettativa. L'idea di nascondere il premio in una cipolla da spellare ha entusiasmato le moltitudini annoiate. Adesso sono tutti felici di versare qualche lacrima pur di tentare la fortuna.
Il Consiglio ha rinnovato il contratto a Parsifal per continuare a cercare il Graal, tuttavia l'eccessiva timidezza del ragazzo ha convinto gli anziani a disseminare il suo cammino di indizi per farglielo trovare prima che la sua depressione diventi ingestibile.
Questi i fatti di cronaca mondana ma la notizia di gran lunga più importante è che il dolore è stato finalmente sconfitto tra le folle, le sole manifestazioni residue sono attacchi d'ansia e sindromi di panico, roba passeggera, niente che non si possa curare con un buon farmaco e una sana dormita senza sogni.
Se posso permettermi un suggerimento, sembra opportuno dare seguito a ogni misura per rendere stabile e duraturo il distanziamento tra gli umani che ha reso possibile questo straordinario risultato. Il vostro predecessore aveva pensato di farli crescere e moltiplicare, la proposta appare applicabile anche in questo frangente. Ad ogni modo occorre evitare ogni rischio di un ritorno alla situazione precedente, purtroppo non mancano pericolosi malviventi che sostengono addirittura che lo sbalorditivo successo che è stato ottenuto sia un'abdicazione dall'umanità.
Restando in fiduciosa attesa di nessun riscontro saluto le Vostre Divinità con il dovuto ossequio.

mercoledì 1 luglio 2009

Tregua o resa?

Ci possono essere casi in cui uno decide di autocensurarsi e di non esprimere il proprio dissenso nei confronti di un'alta carica dello Stato di cui riconosce il ruolo cardine e la statura morale di chi la ricopre ma a volte diventa davvero difficile astenersi dal dissenso. Mi riferisco all'appello del Presidente Napolitano di due giorni fa ad "una tregua nelle polemiche" in occasione del G8. Per qualcuno si tratta di una tregua impossibile e dopo due giorni di perplessità così sembra anche a me.

Sicuramente al Capo dello Stato sta a cuore l'immagine dell'Italia e per questo è auspicabile che i temi politici di questo paese che la stampa estera ascolterà durante i giorni del G8 non siano quelli suscitati da chi la governa, ma forse proprio a questo scopo serve che in un consesso internazionale la stampa di questo paese faccia sapere che esistono ancora degli anticorpi negli italiani, quegli stessi anticorpi che invocava Berlinguer quasi 30 anni fa e che in quel momento non tutti compresero fino in fondo. C'è bisogno di una stampa che faccia sapere che ci sono ancora italiani che vogliono discutere di Politica, che a molti appare ancora una enormità inaccettabile che due giudici della Corte Costituzionale, che a breve deve esprimersi sulla legittimità del Lodo Alfano, vadano a cena con il capo del governo ed esponenti della maggioranza, che molti trovano ignobile che il capo del governo faccia dichiarazioni che si situano ben oltre i confini dell'aggiotaggio, che molti italiani trovano la separazione dei poteri un principio imprescindibile della democrazia. Tralascio davvero le polemiche perché la mignottocrazia, come l'ha battezzata Paolo Guzzanti e recentemente richiamata da Edmondo Berselli sull'Espresso, non mi diverte, anche se diventa inevitabile parlarne quando si presenta come una possibile metamorfosi della democrazia! Ad ogni modo è di questa che preferisco parlare, delle regole che rischiano di essere sovvertite sotto l'intrigante e comodo appellativo di riforme. Su queste regole, che vengono quotidianamente irrise da chi ha la responsabilità di governo, la stampa nazionale non dovrebbe e non deve tacere, nei giorni del G8 più che mai.

Caro Presidente Napolitano per me è chiaro come il sole che la crisi della politica non è la crisi delle Istituzioni, ancora di più mi è chiaro che l'indecenza di chi si diletta a dirsi politico non è la crisi della Politica. Se l'Italia ci sta davvero a cuore sicuramente non gli renderemmo un gran servizio con le polemiche, sono d'accordo, ma sono fermamente convinto che il Paese trarrebbe un enorme beneficio se aumentassero le persone che continuano a chiedere conto delle azioni di rilevanza Politica (della Polis) a chi ricopre un ruolo di alta responsabilità sentendosi immune dal dovere di risponderne. Altrimenti non è difficile immaginare un futuro ormai prossimo in cui riuscirebbe impossibile individuare in cosa esattamente consista il principio di responsabilità.
Con immutata stima porgo sinceri saluti.

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