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mercoledì 18 febbraio 2009

Ricetta rapida

Da tempo si preparano ricette dei più svariati gusti: Brunetta per la pubblica amministrazione, Gelmini (leggasi Tremonti) per la scuola, Maroni per la sicurezza, e via e via. Altre ricette arriveranno di sicuro. Piatti rapidi, fatti sempre in emergenza, fast food che non insegnano nulla, senza l'ingrediente che dà senso alle cose e che non è più nella lista della spesa.

Anch'io voglio dare un contributo sul tema e dirò della zuppa di grano che ho preparato ieri sera. E' una ricetta semplice, fatta di ingredienti genuini, facile da preparare. L'occorrente è per due persone.

grano (150 g)
cipolla (1)
carota (2)
zucchina (1)
pomodori (10)
prezzemolo (qualche foglia)
sale (qb)
olio (qb)
acqua (qb per la cottura)

Grano – La semina si fa tra ottobre e novembre dopo aver lavorato il terreno per accoglierne i semi. La pianta cresce rapidamente in primavera e solo a giugno, dopo nove mesi dalla semina, come un bambino, le spighe sono mature per essere raccolte.
Cipolla – Si seminano da settembre a dicembre. Dopo la semina bisogna attendere da tre a quattro mesi prima di raccoglierle.
Carota - Si coltiva due volte l'anno, in primavera e in estate. Le carote precoci vengono raccolte dopo quattro mesi, le tardive ne richiedono almeno sei.
Zucchine - La semina delle piante inizia quando è passato il pericolo delle gelate tardive, da marzo ad aprile. La raccolta è scalare fino ad agosto. Le prime raccolte si possono fare tra fine maggio e metà giugno, dopo almeno due mesi dalla semina. Le mie sono nate in qualche serra ma i tempi, bene o male, sono gli stessi che si hanno in natura.
Pomodori – E’ una pianta esigente, tutti i contadini della mia famiglia lo sanno bene, teme il freddo, ha bisogno di tanto sole e acqua a volontà. Di solito si preferisce la semina in semenzaio in piena estate, poi si trapianta sul terreno. Dopo 100-120 giorni dal trapianto si raccoglie il pomodoro. I pomodorini che ho usato io sono quelli “a pennula”, cresciuti al caldo sole del mio Salento, li ha raccolti mio nonno che ancora faceva caldo e avendo cura di tenerli al fresco si conservano fino a marzo.
Olio – L’olivo comincia a fruttificare quando ha 3-4 anni di età, per la piena produttività bisogna aspettare che compia 9-10 anni; la maturità arriva dopo almeno mezzo secolo, e non basta solo aspettare. L'olio che ho usato viene da alberi che hanno conosciuto la fatica dei nonni dei miei nonni e di tutti i loro figli, fino a mio padre. Da qualche parte, tra quei rami, ci sono ancora le loro impronte.
Prezzemolo– Quest'estate mio padre ne ha piantato i semi in un vasetto, dopo almeno due mesi e mezzo ho cominciato a raccoglierlo e ancora continuo a raccoglierlo.
Sale – Il sale da cucina italiano di solito è coltivato nelle miniere di salgemma, non so quanta strada avrà fatto per arrivare nella mia cucina, ma sicuramente viene da lontano.
Acqua – Prima di scorrere dal mio rubinetto sarà evaporata in cielo e caduta in terra milioni di volte. Ne ha fatta di strada.

La sera prima di preparare la zuppa metti a bagno il grano. Prepara le zucchine e le carote tagliandole a dadi non troppo piccoli, taglia la cipolla, trincia il prezzemolo, ci metterai 10 minuti, anche meno se hai buona manualità in cucina. Togli la buccia dei pomodori, non c’è bisogno di sbollentarli, se i pomodori sono maturi al punto giusto con un po’ di pazienza dovresti riuscirci senza problemi. Metti tutto in una pentola, aggiungi l’olio e soffriggi per 2-3 minuti. Aggiungi un litro e mezzo di acqua e quando sarà calda aggiungi il grano. Mescola di tanto in tanto e fai cuocere tutto per almeno 40 minuti. Se la zuppa ti piace asciutta non aggiungere altra acqua, quella che hai messo evaporerà.


Un giorno una madre insegnò a sua figlia come preparare questa ricetta, quell'insegnamento è arrivato fino a mia nonna, poi a mia madre. Io ho raccolto quell'insegnamento e lo racconto. Un giorno forse questa ricetta la prepareranno i tuoi figli, sicuramente non sapranno da dove viene eppure ne ha di storia, è importante che loro sappiano che c'è una storia, anche se non sapranno esattamente quale.

Ci ho messo più di un secolo e qualche minuto per preparare un piatto per due persone. Se preparare un piatto è un atto d'amore, come ci ricorda Enzo Bianchi ne "Il pane di ieri", non è possibile farlo senza una riflessione sul tempo che si porta dietro, e sul tempo che ha davanti.

Per questo non capirò mai né i fast food né la fast politics.

1 commento:

  1. perfetta. la ricetta e l'esecuzione.
    cosi' come le conclusioni.

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